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  • La Connessione tra Biodiversità e Produzione
25.03.2025

La Connessione tra Biodiversità e Produzione

È una parte spesso dimenticata dell’equazione per le aziende che fissano obiettivi di sostenibilità, ma per il futuro del pianeta e dell’economia, la biodiversità è importante.

Le aziende di tutto il mondo stanno iniziando solo ora a comprendere l’importanza della biodiversità. In Europa, solo il 30% dei principali Paesi ha adottato obiettivi in materia, secondo S&P Global. Le percentuali sono ancora più basse nell’area Asia-Pacifico, dove meno del 15% ha fissato obiettivi, e negli Stati Uniti, dove la cifra scende sotto il 10%.

La verità è che la perdita di biodiversità non è solo una crisi ambientale: è anche un’emergenza economica e sociale. E la mancanza di un impegno aziendale concreto è in netto contrasto con la sua rilevanza. Secondo le ultime stime dell’ISPRA, l’impatto economico della perdita di biodiversità varia tra i 10 e i 25 trilioni di dollari ogni anno. Non si tratta di una minaccia futura: è un costo che stiamo già sostenendo.

Poiché la biodiversità è sempre più minacciata dalle attività industriali, è tempo che il settore manifatturiero la consideri una priorità assoluta.

 

L’urgente necessità di protezione

La biodiversità include tutti gli esseri viventi presenti sulla Terra e le loro interazioni, comprese le incredibili varietà tra specie e patrimoni genetici. Il termine comprende la natura dinamica e interconnessa della vita, umana e non. Preservare la biodiversità è fondamentale per il nostro benessere e la nostra salute.

In Italia siamo fortunati: ospitiamo una vasta gamma di regioni biogeografiche che ci rendono uno dei Paesi più ricchi di biodiversità nell’Unione Europea. Ma anche il nostro Paese ha motivo di preoccuparsi: trasformazioni del territorio che risalgono a migliaia di anni fa si uniscono oggi all’abbandono delle aree rurali. Alcuni territori sono diventati vulnerabili e privi di un’identità autentica. Come altrove, anche l’Italia deve agire per proteggere le oltre 58.000 specie animali presenti, altrimenti le comunità rurali e indigene rischiano di veder minacciati i propri mezzi di sussistenza, le loro culture e persino la loro sopravvivenza. Con la deforestazione, l’inquinamento delle acque e la riduzione degli stock ittici, queste comunità sono spinte verso l’instabilità economica.

Ma anche dal solo punto di vista economico, esiste un’urgente necessità di proteggere la biodiversità. Secondo il World Economic Forum e PwC, ben 44 trilioni di dollari di valore economico globale – oltre la metà del PIL mondiale – dipendono in modo moderato o elevato dalla natura e dai suoi servizi. Significa che tutto questo valore è esposto al rischio di perdita della natura.

 

L’impatto dell’industria manifatturiera sulla biodiversità

Questo valore è attualmente sotto attacco. Almeno un milione di specie è minacciato di estinzione. “La natura sta diminuendo a livello globale a ritmi senza precedenti nella storia umana,” afferma l’ONU, “e il tasso di estinzione delle specie sta accelerando, con probabili gravi conseguenze sulle popolazioni di tutto il mondo.”

Secondo l’ONU, i principali responsabili sono i cambiamenti nell’uso del suolo e del mare, lo sfruttamento delle specie, il cambiamento climatico e l’inquinamento. Anche con i programmi di riforestazione e conservazione, il mondo ha perso una superficie forestale pari a due volte la California negli ultimi vent’anni, come riportato dal Forest Declaration Assessment. I processi industriali contribuiscono a questa perdita quando modificano l’uso del suolo, estraggono risorse in modo intensivo o emettono grandi quantità di carbonio.

È evidente che per salvaguardare la biodiversità le aziende devono mantenere e rispettare gli impegni presi per investire nel ripristino della natura.

 

Come la creazione di un’economia circolare può favorire la biodiversità

Per garantire di essere buoni amministratori delle riserve limitate di vita e risorse della Terra, ogni azienda dovrebbe impegnarsi per creare un’economia veramente circolare.

Concentrandosi sulla riduzione dei rifiuti e sul riutilizzo dei materiali, l’economia circolare rappresenta uno dei modi più efficaci con cui il settore manifatturiero può sostenere la biodiversità. A differenza del modello lineare tradizionale – in cui si prelevano risorse, si produce e poi si smaltisce – l’economia circolare riduce l’estrazione di materie prime e limita i rifiuti industriali.

L’obiettivo finale è mantenere materiali e prodotti in uso il più a lungo possibile. In un sistema a ciclo chiuso, i materiali vengono rigenerati dopo l’uso e non finiscono mai in discarica.

Implementare questo approccio richiede un’analisi approfondita dei processi esistenti, dal design dei prodotti alla scelta dei materiali, fino alla possibilità di riciclarli o riutilizzarli in futuro. Il risultato, però, è significativo: al posto di tamponare le emissioni di carbonio con compensazioni discutibili, l’approccio circolare rappresenta un vero impegno per ridurre le emissioni e, di conseguenza, proteggere la biodiversità. Le aziende ne traggono anche benefici in termini di resilienza rispetto alla futura scarsità di risorse.

 

Cosa possono fare le aziende per ridurre la pressione sulla biodiversità

Come per ogni cambiamento di ampia portata, anche in questo caso è fondamentale che le aziende inizino analizzando criticamente le proprie attività e prassi. Anche se l’obiettivo è muoversi verso un’economia circolare, raggiungerlo richiede azioni su più fronti, sia pubblici che privati.

Sul fronte pubblico, è incoraggiante vedere che i Paesi si stanno impegnando a destinare oltre 200 miliardi di dollari all’anno entro il 2030 alla conservazione della biodiversità. I colloqui della COP16 hanno portato a un “accordo permanente” per finanziare la biodiversità nei Paesi in via di sviluppo, con un impegno a garantire i fondi anche oltre il 2030, come riportato da CarbonBrief.

È il momento di passare dalle parole ai fatti – non solo nei vertici internazionali, ma anche nelle industrie, nelle aziende e nelle scelte quotidiane. Le aziende possono, ad esempio, approvvigionarsi da fornitori responsabili. Possono investire in tecnologie più pulite, come macchinari a basso consumo energetico o sistemi di riciclo dell’acqua. Possono ripensare il design dei propri prodotti per integrare materiali più responsabili. E possono adottare molte altre misure per ridurre le emissioni.

In Aquafil stiamo compiendo un passo importante con la nostra Valutazione dell’Impatto sulla Biodiversità: un’analisi approfondita di come le nostre attività influenzano gli ecosistemi locali. Questa iniziativa, che coinvolge anche i nostri impianti extra-UE, sarà la base per azioni concrete: mitigare il nostro impatto, proteggere le aree sensibili e generare un cambiamento reale per la flora e la fauna che ci circondano.

In fondo, è la biodiversità ad essere in gioco, e la posta è alta. Le aziende che agiranno in modo proattivo per proteggerla saranno più resilienti nel tempo e vedranno anche migliorata la propria reputazione. Ma, soprattutto, contribuiranno a tutelare una parte enorme dell’attività economica globale: quella che dipende dalla natura. Un investimento, quindi, che vale il tempo e le risorse. Perché proteggere la biodiversità significa proteggere il nostro futuro collettivo.

 

 

Author: Maria Giovanna Sandrini

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