Aquafil punta su Asia e Pacifico. Accordo per un ramo di «Invista».
CORRIERE DEL TRENTINO. 06/02/2018 ed. Nazionale
Trattativa vincolante fino al 29 marzo. Strutture del valore di 50 milioni di dollari.
Aquafil espande ancora il suo perimetro di azione. Nelle ultime ore ha raggiunto un accordo vincolante per acquisire asset del valore di 50 milioni di dollari dal colosso internazionale Invista. Lo scopo è di consolidare la propria presenza in Asia e oceano Pacifico. L’operazione è stata valutata positivamente dalla Borsa: Aquafil ha chiuso in pareggio, in una giornata in cui Milano ha perso l’1,64%. La nota ufficiale è in questi termini: «Aquafil spa annuncia di aver raggiunto un accordo vincolante per l’acquisto di una parte degli asset materiali e immateriali relativi all’attività di nylon 6 nell’area Asia Pacific di Invista, uno di primi produttori al mondo di componenti chimici, polimeri e fibre». In particolare Invista avrebbe circa 10.000 dipendenti in 20 Paesi del mondo. «Le attività oggetto dell’acquisizione – continua Aquafil – riguardano parte del business sviluppato da Invista nell’area Asia Pacific, pari a un giro d’affari di circa 50 milioni di dollari, con una marginalità attesa in linea con quella Nylon La produzione principale della neo quotata Aquafil raggiunta dal Gruppo Aquafil a livello consolidato a seguito dell’integrazione. Il controvalore dell’operazione non è rilevante per il gruppo e sarà pagato con mezzi propri. Il closing è previsto entro e non oltre il 29 marzo 2018». Un momento positivo per Giulio Bonazzi, presidente e ceo del gruppo Aquafil, nonché presidente di Confindustria Trento: «È una pietra miliare per l’ulteriore sviluppo di Aquafil in Asia Pacific. Questo deal ci permetterà da subito di accelerare il nostro piano di investimenti in quest’area geografica che si conferma una delle regioni con il più elevato tasso di crescita della domanda di fibre sintetiche». L’operazione, specifica la multinazionale con quartier generale ad Arco, «non include le altre linee di business di Invista in Asia, come quella del nylon 6,6, poliestere, polioli, attività di licensing e marchi correlati». Aquafil ha 14 poli di produzione in otto Paesi e tre continenti, che impiegano 2.700 persone, «ha chiuso il 2016 con poco meno di 500 milioni di euro di fatturato consolidato (483 milioni) e contiamo di chiudere l’anno a 520-540 milioni con un Ebitda che passerà da 65,4 a 70/73» diceva il presidente in occasione della quotazione, mentre annunciava: «Puntiamo anche a produrre nel giro di 5-6 anni solo filo proveniente dal riciclo Econyl». Dalle reti da pesca l’obiettivo è di estrarre anche il rame che compone una resina che le impregna. Di qualche giorno fa infine la notizia dell’accordo con la californiana Genomatica per studiare il «nylon biologico». Enrico Orfano