L’italiana Aquafil e l’intesa negli Usa per produrre il nylon «biologico»
CORRIERE DELLA SERA – ECONOMIA.
Aquafil ha stretto un accordo con Genomatica per produrre caprolattame sostenibile, ovvero l’ingrediente chiave per produrre il bio nylon. Non lo produce ancora nessuno al mondo
di Francesca Basso
L’accordo risale a un anno fa, l’annuncio invece sarà lunedì: Aquafil, quotata dal 4 dicembre scorso nel segmento Star, ha stretto un’intesa con la società statunitense Genomatica per la creazione di caprolattame sostenibile, ovvero l’ingrediente chiave per produrre il bio nylon.
«Abbiamo aspettato perché dovevamo capire la fattibilità. Nessuno produce nylon dalle biomasse. In 4 anni metteremo a punto la tecnologia per costruire il primo impianto che ci permetterà di mettere in vendita il prodotto. Il nylon 6 avrà le stesse caratteristiche tecniche di quello che deriva dal petrolio, ma sarà sostenibile», spiega Giulio Bonazzi, 54 anni, presidente e amministratore delegato di Aquafil, la seconda generazione che ha portato l’azienda di famiglia — fondata ad Arco (Trento) nel 1965 — prima ad affrontare la Grande crisi facendo entrare un fondo di private equity e poi a quotarsi «per poter crescere». «Siamo gli unici produttori al mondo di nylon 100% rigenerato, cioè derivante da prodotti giunti a fine vita e da scarti industriali — prosegue Bonazzi —. Siamo stati i primi nel 2011 a introdurre l’innovativo sistema di riciclo Econyl. E oggi circa il 30% dei ricavi del gruppo deriva da prodotti Econyl. Per questo siamo considerati dei campioni dell’economia circolare». I loro clienti sono big dell’arredamento e dell’abbigliamento come Adidas, Speedo, Arena, Gucci, Stella McCartney e Levi’s (solo per citarne alcuni).
Perché anche il nylon bio? «Nel medio lungo termine solo chi diventerà sostenibile nei materiali tecnici avrà un futuro — conclude Bonazzi —. E produrre il nylon dalle biomasse è sostenibile sia nel tempo sia dal punto di vista ambientale».
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